Le origini del Design Organico
L'utilizzo di tavole e travi di legno grezzo nelle costruzioni e nella organizzazione dell'habitat risale alla notte dei tempi. Ricordiamo in breve le straordinarie capriate, realizzate con travi appena sgrossate, che nel medioevo sapienti maestranze costruivano per sostenere ampie coperture e, giunte fino a noi, costituiscono oggi il sogno di ogni esteta.
La grande svolta, però, è avvenuta nella prima metà del XX secolo.
Simultaneamente ad una serie di fermenti che alitavano da oriente a occidente per promuovere un linguaggio orientato al recupero dell'armonia tra uomo e natura, tradotto poi nell'adozione di materiali naturali e di forme morbide, un giovane architetto, di origine giapponese nato in America nel 1905, creò un corpus di opere che rinnovarono completamente la storia del mobile contemporaneo.
George Nakascima, considerato il più grande innovatore del design del secolo, animato da grande passione esplorò a fondo l'espressività organica di nodi, cavità, venature e difformità del legno.
E, dopo aver indagato a fondo utensili e tecniche tradizionali della falegnameria giapponese, fondate su: disciplina, pazienza e ricerca della perfezione in ogni fase della costruzione, ha dato vita a un codice stilistico che lo ha reso celebre in tutto il mondo, progettando, per committenze prestigiose e aziende storiche, mobili senza tempo (molti dei quali, ormai opere iconiche, sono ancora in produzione).
Emblema delle sue creazioni sono tavoli di grandi dimensioni realizzati con piani lisci dai bordi naturali non finiti, assemblati con lastre di legno multiple collegate con giunti a farfalla.
Ma anche mobili unici, realizzati rigorosamente a mano e non riproducibili per via delle caratteristiche straordinarie dei materiali scelti dopo lunghe meditazioni.